Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini, Iris, ore 21,00.
Film resistenziale di Roberto Rossellini che gli fece vincere nel 1959 a Venezia un contestato Leone d’oro, ex aequo con La grande guerra di Monicelli (e dimenticando Il volto di Ingmar Bergman!). Tratto nientedimeno che da un racconto di Indro Montanelli, è la incredibile storia di un truffatore (un magnifico Vittorio de Sica) nell’Italia del dopo 8 settembre, e della sua imprevedibile parabola. Su pressione dei fascisti, accetta di recitare la parte di un generale lealista e antirepubblichino incarcerato a San Vittore, allo scopo di carpire informazioni ai resistenti prigionieri. Ma succede l’imprevisto: il truffatore si identifica sempre di più nel suo personaggio, si rifiuta di collaborare, diventa l’eroe che i compagni di carcere credono che sia. Finirà, da eroe, davanti al plotone di esecuzione. Bellissima storia, un Pirandello calato nei tempi cupi della guerra, che Rossellini narra da par suo, con encomiabile sobrietà (e sembra l’anticipazione in forma rovesciata del bertolucciano tema del traditore e dell’eroe di Strategia del ragno). La persecuzione antiebraica affiora attraverso le figure di israeliti milanesi rinchiusi a San Vittore insieme al protagonista. Con Giovanna Ralli e Sandra Milo.
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