Sin City, Mtv, ore 21,10.
Bufala o capolavorissimo? Io che non ho mai molto amato i pastiche di Robert Rodriguez con partecipazione più o meno diretta del sodale Quentin Tarantino(che è meglio se fa da solo che quando spartisce il lavoro con gli amici), propenderei più per la prima. E però c’è gente, e tanta, che lo considera uno spartiacque nel post-cinema del millennio numero tre esaltandone il mashup e la confusività dei linguaggi. Perché qui siamo nel cinema che dal fumetto (pardon, dal graphic novel) prende per riconoscerne la supremazia stilistica ed estetica, e dunque cercando di adeguarvisi e ricalcarlo il più possibile. Alla base c’è il graphic novel di Frank Miller che qui compare anche come co-regista insieme a Rodriguez (e a Quentin Tarantino, creditato come special guest director!), e l’operazione è quella di restituirne attraverso il digitale la bidimensionalità, il senso di artificio, l’antinaturalismo. Quasi tutto in bianco e nero, che fa sempre assai cool, con intrusioni esplosive di colore. Tre episodi, tutti assai trucido-chic e pulp, di gente che ruota intorno alla tentacolare e demoniaca Sin City, reincranazione di ogni precedente metropoli del peccato e del vizio, tra Sodoma e Gomorra e la brechtiana Mahagonny. Stuolo e scialo di star: Bruce Willis, Mickey Rourke, Clive Owen, Benicio Del Toro, Rosario Dawson. Ma il film se lo porta a casa Jessica Alba, di smagliante bellezza. Il sequel el’anno scorso è stato un clamoroso flop.
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