Bersaglio di notte (Night Moves), Italia 7Gold, ore 23,15.
Leggendario noir diretto nel 1975 da Arthur Penn dopo i successi al box office (e non solo) di Gangster Story e Piccolo grande uomo. Inserito al Torino Film Festival 2013 nella corposa retrospettiva dedicata alla New Hollywood impegnata anni Settanta e con ottimo esito di pubblico. Per Night Moves (così il titolo in originale) c’erano le file, chi l’avrebbe mai detto? A consacrarne definitivamente le centralità e la statura c’è adesso il nuovo film di Paul Thomas Anderson Inherent Vice che l’ha preso a suo modello di riferimento.
Un detective, il classico uomo solo in cerca della verità, alle prese con un caso che sembra semplice e poi si ingarbuglia progressivamente trasformandosi in un labirinto che rischia di inghiottirlo. Uno dei film che in quella stagione primi anni Settanta si voltarono indietro a guardare e riguardare i grandi noir anni Quaranta alla Chandler-Hammett, Il mistero del falco di Huston e Il grande sonno di Howard Hawks in primis, riproponendone le atmosfere ambigue, le ombre, i personaggi dissoluti e viziosi, il senso di desolazione e anche impotenza e sconfitta. Non solo questo Bersaglio di notte, ma anche (soprattutto) Chinatown di Roman Polanski e Il lungo addio di Robert Altman. Qui un ex giocatore di football di nome Harry Moseby (un eccellente Gene Hackman), riciclatosi come private eye, viene incaricato da una ex attrice di indagare sulla scomparsa della figlia Delly, destinata a ereditare un notevole patrimonio, ed è un avvio che più classicamente hard boiled non si potrebbe. Harry troverà Delly a Key West, ma le cose non tarderanno a complicarsi con una sequenza di cadaveri. Entrata negli annali la scena in cui Harry si rifiuta di andare al cinema con la moglie a vedere La mia notte con Maud di Eric Rohmer. Peggio per lui, è uno dei film più belli del cinema francese di sempre. Bersaglio di notte (Night Moves in originale) non ebbe successo al box office, ma il suo status è cresciuto col passare del tempo e oggi è considerato imprescindibile. Occhio, c’è una giovanissima Melanie Griffith.
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