Tigerland, Rai 4, ore 0,40.
Tardivo Vietnam-movie dell’anno 2000, firmato da un irregolare di Holywood come Joel Schumcher, uno capace di passare dai blockbuster ai film indie e low-budget. Come questo Tigerland, messo su con un pugno di dollari e girato con camera a mano, anticipando parecchie cose di giovan e giovinastri degli anni successivi. E, in omaggio al cinema piccolo e fiero di esserlo di una volta, usando il mitologico 16 mm. Tutto per raccontare una storia collocata nel 1971, in un campo di addestramento di ragazzi da mandare in Vietnam, dove peraltro la guerra contro Ho Chi Minh e i suoi butta già malissimo, i vietconbg avanzano e fanno proseliti in tutto il mondo e negli Stati Uniti l’onda antibellica è ormai uno tsunami. Tigerland è la palude della Louisiana dove si simulano le infide risaie vietnamite per forgiare guerrieri perfetti, solo che il ragazzo Bozz di sparare non ha nessuna voglia, e immette una ventata di ribellione anarcoide e antimiltarista all’interno della caserma. Cercherà di non farsi mandare laggiù, e ci riuscirà. Pacifismo con qualche nota beffarda e goliardica alla MASH, e però Tigerland non piacque per niente e fu un flop clamoroso. Non era più tempo di Vietnam-movies. Colin Farrell al suo esordio americano.
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