
Métamorphoses

Praia do futuro
Comincia alle ore 19,oo di oggi (venerdì 3 luglio per chi leggerà in differita) il milanese Festival Mix dedicato ai film a tema LGBT, o queer, gay, omosessuale, scegliete voi la formula che preferite. Festival quest’anno giunto alla edizione numero 29, ed è un bel traguardo. Sede, come per le più recenti edizioni, è il Teatro Strehler. Si parte oggi, si finisce lunedì 6 luglio con la proclamazione dei vincitori delle due sezioni competitive e la proiezione verso le 22 dell’ultimo film in programma. Quattro giorni soltanto, a segnalare il quadro di austerità e spending review in cui si son dovuti muovere gli organizzatori. Resta il core, il nocciolo del festival, costituito dal doppio concorso, dei lungometraggi e dei documentari. Il programma lo trovate, con schede dettagliate, sul sito del FM. Molti film sono a me sconosciuti, e dunque per capirci qualcosa non resta che vederli. Io mi limito a segnalarne due che ho già visto in altri festival, più che sulla carta presentano elementi certi di ijhteresse, il primo per le sue contiguità con il cinema di Xavier Dolan, il secoindo (un documentario) per il personaggio di cui rucistruisce vita e opere.
1) Métamorphoses di Christophe Honoré. Visto l’anno scorso a Venezia nella sezione Orizzonti, e di sicuro uno dei più bei film di tutto il 2014. Il francese Honoré, già autore di gay cult movies come Les belle chansons e L’homme au bain, mette in cinema, in panorami d’oggi, le metamorfosi di Ovidio. Non so quanto c’entri con la gay culture (forse per via della fluidità delle identità), ma è un gran film, e questa è l’occasione per non perderselo.
2) Praia do futuro di Karim Aïnouz. Gran melodramma macho-gay in tre atti di produzione brasiliano-tedesca proiettato in concorso alla Berlinale 2014. Di una visualità gonfia e satura, turgido ed epicizzante, con citazioni da Sirk, Fassbinder, Fellini e Kenneth Anger. A me piacque molto (la recensione).
3) Elephant Song di Charles Binamé. Un thriller della mente e dell’anima che ha come protagonista il wunderkind Xavier Dolan. Il che basta per consigliarne la visione.
4) Regarding Susan Sontag di Nancy D. Kates e Nancy Kates. Docu Hbo sulla vita e le opere di una delle pensatrici americane più influenti del secondo Novecento, la donna che meglio di altri ha indagato l’enorme potere e la centralità della montante civiltà dell’immagine. Più le sue storie private, le frequentazioni da ragazzi dei club lesbici al matrimonio, alla maternità, alla lunga companionship con la fotografa Annie Leibiovitz.

Elephant Song

Regarding Susan Sontag