Adam Resurrected, Rai Storia, ore 21,35.
Attenzione, siamo dalle parti della grande opera, come spesso capita a Paul Schrader, regista massimo quanto sottovalutato da queste parti (dalle parti italiane, intendo). E lo si è purtroppo esemplarmente visto al festival di Venezia 2013 dove i nostri critici, gli stessi che hanno decretato in quella stessa occasione il trionfo di Sacro GRA, hanno massacrato il suo The Canyons. Schrader, per sua e nostra fortuna, non è mai mainstream, non batte tracciati conosciuti, ma preferisce inoltrarsi, fordianamente, sui sentieri selvaggi del cinema. In questo film del 2008, scarsissimamente circolato in Italia, affronta a modo suo l’Olocausto. Siamo in Israele, tra le architetture Bauhaus di Tel Aviv, siamo nel 1961. Un sopravvissuto alla Shoah è ricoverato in una clinica. Notti e giorni, i suoi, percorsi dai ricordi e dagli incubi. Il ricordo di quando, nel campo, era diventato il privato oggetto di divertimento e disprezzo del capoccia, trasformato nel suo cane. Mentre la sua famiglia veniva sterminata. Senso di colpa del sopravvissuto. Turbe psichiche forse irrimediabili. La solidarietà, nell’ospedale psichiatrico, con un ragazzino in cui rivede se stesso vittima. Jeff Goldblum in una performance che non si dimentica. Willem Dafoe è, con la sua faccia sempre inquietante, il comandante del lager.
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