Appartamento ad Atene, Iris, ore 21,00.
Il primo film di una serata (e di una notte) dedicata da Iris al Giorno della memoria (che, vale la pena ribadirlo, sarà domani 27 gennaio). Anche se poi questo Appartamento ad Atene parla di nazisti, e della occupazione tedesca della Grecia, ma non direttamente della Shoah. Uno di quei film italiani di questo decennio che hanno faticato a trovare una distribuzione e che, quando ce l’han fatta a uscire finalmente, non hanno proprio attirato masse di spettatori (eufemismo). Produzione indipendente del 2012 realizzata da un regista al suo primo lungometraggio, Ruggero Dipaola, Appartamento ad Atene è però assai lontano e diverso da quel cinema autoreferenziale e ombelicale tinello-e-cucina di tanti esordi italiani. Perché qui, ambiziosamente, si parte da un gran romanzo edito una decina di anni fa da Adelphi e scritto dall’americano Glenway Wescott nel 1945. Romanzo anomalo e straordinario, dove in un microcosmo domestico si riflette la grande partita che si sta giocando – siamo nel 1942 – tra la Germania in preda al sogno e al delirio di dominio assoluto sull’Europa e i paesi che man mano vengono sottomessi. Siamo ad Atene, durante l’occupazione tedesca. Il capitano Kalter requisisce e si insedia a forza nell’appartamento della famiglia Helianos, alta borghesia intellettuale, ostringendo la coppia proprietaria e i loro due figli, un ragazzo e una ragazza, a mettersi al suo servizio. Puro teatro della crudeltà e del massacro psicologico a porte chiuse, un estenuante confronto-scontro dove il carnefice cerca non solo di dominare le vittime ma di togliere loro anche la dignità e di conquistarne la complicità. Di fronte all’invasore la famiglia Helianos si spaccherà tra chi non accetta e chi collabora nell’illusione di ridurre il danno. Il film che il coraggioso Dipaola ne ha tratto rispetta abbastanza fedelemente il testo originario, anche se, nonostante le ottime intenzione e l’indubbio impegno, non ce la fa replicarne l’intensità. E però questo Appartamento ad Atene resta uno degli scarsi tentativi del nostro giovane cinema recente di pensare in grande, di fuggire dal cattivo e pigro minimalismo, di approntare storie esportabili e non locali. Tant’è che ha circolato più all’estero, Stati Uniti compresi, che in Italia. Nel cast il nome che spicca è naturalmente quello di Laura Morante quale signora Helianos. Adesso che passa in tv, Appartamento ad Atene merita quell’attenzione che non ha ottenuto in sala.
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