Berlinale 2016. Recensione: CREEPY di Kiyoshi Kurosawa. Il serial killer della porta accanto

Creepy di Kiyoshi Kurosawa. Con Hidetoshi Nishijima, Yuko Takeuchi, Teruyuki Kagawa, Haruna Kawaguchi. Berlinale Special Gala.
201614692_3Continua a crescere la statura autoriale del giapponese Kiyoshi Kurosawa. Che anche stavolta, pur ristretto nella gabbia del cinema di genere, riesce a fornirci un saggio di alto virtuosismo registico. Con un approccio umano, molto umano a vite e personaggi. Voto 8
201614692_4Omonimo, ma non parente. KK è ormai uno dei nuovi maestri del cinema giapponese, il suo ultimo Verso l’altra riva visto all’ultimo Cannes-Un certain regard, è stato incluso dai Cahiers du Cinéma tra 10 film migliori del 2015. Anche se io avevo amato molto di più i suoi precedenti Seventh Code (piccolo capolavoro) e Real. Con Creepy, chissà perché messo fuori concorso, conferma in pieno la sua statura d’autore mostrando di essere un virtuoso della cinepresa, capace di movimenti di macchina elaboratissimi e complessi ma mai autoreferenziali, mai celibi, sempre funzionali alla narrazione. In questo film di genere su un serial killer della porta accanto mostra di aver metabolizzato come pochi la lezione hitchockiana, nell’uso sapiente della mdp (quella panoramica dall’alto dell’agglomerato di case dove ogni delitto è possibile), nella capacità di montare la tensione secondo una progressione di esattezza algebrica. E però, come siamo lontani da Hollywood. Già da una delle prime scene, una sparatoria sulla scalinata di un palazzo di giustizia, ci rendiamo conto di come a Kurosawa interessino più i tormenti delle anime che l’action o la pienezza orgasmica dello spettacolo-spettacolo. Un bravo poliziotto dopo uno shock lascia e si mette a insegnare all’università, trasferendosi vicino al nuovo posto di lavoro con la giovane moglie. Ma finiranno nell’obiettivo di un vicino alquanto sinistro. Son parecchie le inverosimiglianze, e però il cinema di Kuroswa ha un respiro così naturale, e i suoi attori sono così meravigliosamente credibili, che dimentichiamo subito quello che non va per concentrarci sul carico di paure, colpe, rimorsi, avidità, pulsioni omicide. Uno dei migliori film a oggi di tutta la Berlinale. Cinema umano, mai compiaciuto, mai laido nemmeno nei momenti più orrorifici. Voto 8

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