24 Wochen (24 Weeks – 24 settimane) di Anne Zohra Berrached. Con Julia Jentsch, Bjarne Mädel, Johanna Gastdorf, Emilia Pieske, Maria Dragus. Germania. Competizione.
Un film tedesco che non è granché, anzi è di una piattezza e banalità di regia e scrittura da far cascare le braccia. Ma pone la questione assai delicata di un aborto a oltre sei mesi di gravidanza, senza risparmiarci i dettagli più tosti. Tutta la Germania ne sta parlando. Voto 4
Il film di cui tutta la Germania sta parlando e di cui, credo, mei prossimi mesi parlerà mezzo mondo. Eppure il film è, cinematograficamente parlando, orrendo, di un piattume e una sciatteria stilistica che neanche più le peggio fiction Rai. Ma stavolta è la cosa, è il cosa, è il contenuto a essere esplosivo, al di là della mediocrità della messinscena. Perché questo 24 settimane osa farci vedere una signora abortire a 7 mesi. Sapete come si fa? io non lo sapevo, e la scoperta è stata sconvolgente. Si inocula nel cuore del feto, diciamo pure bambino, del cloruro in modo da ucciderlo, poi si induce nella madre l’espulsione, insomma un vero e proprio parto. Dopodiché le psicologhe hanno deciso che è cosa buona mettere il feto defunto sulla pancia di mamma acciocché lei lo possa vedere ed elaborare il lutto; non bastasse, è d’uso anche fare fotografie a futura memoria. Agghiacciante. E se qualcuno questo lo chiama uccidere, bisogna per forza pensare che quel qualcuno sia uno sporco e bieco reazionario? Scusate, dobbiamo proprio considerare questa cosa – non saprei come altro definirla – una conquista di civiltà, una conquista nel processo di autodeterminazione femminile? Il film abilmente non prende posizione (e nemmeno io, se è per questo), si limita a porre la questione. Con una storia esemplare e didascalica. Una donna assai simpatica, che di mestiere fa la standup comedian, rimane incinta del secondo figlio. Quando scopre che sarà affetto da sindrome di Down la decisione presa con il compagno è: lo teniamo, decisione di cui vengono fatti partecipi parenti e amici. E, attraverso interviste, anche il pubblico della protagonista. Solo che le cose si complicano quando si scoprono nel feto delle malformazioni ventricolari per cui subito dopo la nascita si rendono necessarie almeno un paio di rischiosissime operazioni a cuore aperto. A questo punto, e siamo oltre il sesto mese, la madre decide che abortirà. Siccome siamo in un film tedesco, niente viene taciuto e tutto o quasi mostrato. Del resto, la Germania ha una certa tradizione in materia. Negli anni Sessanta fu un successo mondiale (e in Italia fece incassi stratosferici) il film tedesco Helga che, con l’alibi dell’educazione sessuale delle masse retrive, mostrava su grande schermo un parto in ogni dettaglio. Ecco, 24 Wochen è l’Helga di oggi.
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