Un americano a Parigi, di Vincente Minnelli. Tv 2000 (canale 28 dt), ore 21,00.
Capolavoro, altroché. Uno dei migliori musical di sempre, e un esempio mirabile del cinema elegante, pittorico, squisito di Vincente Minnelli, uno degli autori più colti ed europeizzanti, e esteticamente consapevoli, di Hollywood. Un americano a Parigi non è solo il racconto in, e con, musica di due expats in quella che per gran parte del Novecento è stata considerata la capitale mondiale della bellezza e dell’arte, ma anche una sorta di piccola biografia indiretta, traslata, dello stesso Minnelli: figlio sì del nuovo impero made in Usa ma irresistibilmente attratto dalla vecchia e forse irrimediabilmente decrepita Europa. Un film che nasce dalla musica, ed è cosa alquanto rara. La partitura di George Gershwin – alla base dell’operazione – è degli anni Venti, quelli dei tanto suoi conterranei che a Parigi si trasferivano, vivevano, sperimentavano nuove frontiere artistiche e esistenziali. Il film – girato nel 1951 – si ambienta invece negli anni immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Jerry è un reduce americano che a Parigi si è stabilito per dar corso alla sua vocazione di pittore, il suo amico Adam è un pianista che con il cantante francese Henri ha messo su un duo di buon successo. L’ereditiera e mecenate Milo vuol lanciar Jerry, e tra i due nasce un sodalizio che è professionale e amoroso. Fino a quando il pittore incontra Lise, una misteriosa, sfuggente ragazza. Equivoci, segreti, inganni, in un gioco dell’attrazione guidato dal caso e dalla necessità. Coppie che si fanno, si disfano, si mescolano, si ricompongono. Tutto con musica e danza. Perché Jerry è il formidabile Gene Kelly, anche coreografo dei meravigliosi numeri in cui dà prova del suo energetico, esplosivo talento di ballerino. Lise è Leslie Caron. Con la lunghissima sequenza del ballo in una Parigi di fontane e piazze e giardini di tale vertiginosa bellezza da lasciare tramortiti, con il rosso, colore feticcio del regista, a dipingere lo schermo come una tavolozza, a dilagare ovunque. Uno dei Minnelli di maggior successo, e ben sei Oscar, compreso quello di miglior film.
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