Infedeltà, Rete Capri, ore 21,00.
Del remoto 1936, diretto da quel William Wyler che avrebbe poi dato al cinema (e a tutti noi) I migliori anni della nostra vita, Vacanze romane, Ben-Hur. Un regista che a Hollywood era arrivato quasi per caso, senza averci la vocazione insomma, dopo aver lasciato l’Europa. Il suo cinema è artigianato puro, confezione senza sbavatura e sciatterie, messinscena nitida di storie spesso crudeli e disincantate (penso anche a L’ereditiera con Olivia De Havilland, da Henry James). Qui assistiamo al dissolvimento di una coppia americana sposata. Lui è un industriale che si ritira dagli affari per accompagnare la moglie, sempre smaniosa di nuove esperienze che la facciano ascendere socialmente, in un tour europeo. Lei conoscerà un nobile del continente vecchio e mollerà il marito. Che troverà un’altra donna. Impietosa vivisezione del disamore coniugale, del matrimonio come istituzione basata sulla convergenza di interessi, e destinata a disgregarsi quando gli interessi divergono. Con Walter Huston (il padre di John, il nonno di Anjelica) e Mary Astor. C’è anche un giovane David Niven. In bianco e nero, ovvio. Da un romanzo di Lewis Sinclair.
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