Il film imperdibile stasera in tv: 4 MESI, 3 SETTIMANE, 2 GIORNI (giov. 21 apr. 2016, tv in chiaro)

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, Rai Movie, ore 23,25.
4-months-3-weeks-and-2-days4_Months_3_Weeks_2_Days-310004802-largeI 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni del titolo si riferiscono alla gravidanza inoltrata di Gabrita, studentessa in una qualche desolata città della Romania del 1987. Inoltrata, perché Gabrita con l’aiuta dell’amicia Otilia vuole assolutamente abortire, solo che per via della assai restrittiva politica demografico-familiare del regime (siamo ancora a Ceausescu, anzi ai Ceausescu dominanti, anche se il crollo è imminente) è molto, molto difficile farlo legalmente, anzi impossibile proprio. Sicché comincia la ricerca di un medico che pratichi clandestinamente l’interruzione di gravidanza, ed è una ricerca che si muove in un paese soffocato, claustrofobico, immiserito, umiliato e offeso, immerso e avvolto in un oggi inimmaginabile socialismo reale, oltretutto ulteriormente peggiorato nella versione dinastico-familistica di Ceausescu. Gabrita cercherà di combinare la cosa in un hotel, ma sorgeranno difficoltà e contrattempi. Mai come in questo film si è sentito l’odore di chiuso dei regimei sovietici e sovietizzanti, il controllo capillare e pervasivo sui corpi e sulle menti, la mancanza di ogni libertà. Un film epocale che, diretto dal giovane Cristian Mungiu, si portò via nel consenso generale la Palma d’oro a Cannes 2007 impressionando la critica di tutto il mondo e issandosi subito tra le cose cinematografiche più importanti del nuovo millennio. Sarebbero arrivati a cascata parecchi altri premi. Il film che insieme a La morte del signor Lazarescu di Cristi Puiu ha fatto scoprire all’universo tutto la forza del nuovo cinema rumeno (curiosamente entrambi i registi, Puiu e Mungiu, saranno in concorso con i loro nuovi lavori all’imminente festival di Cannes). Anche, uno dei capisaldi di quel neo-neorealismo no-frills impegnato a intercettare le più crude esistenze nel loro sbattersi quotidiano, che è stato e continua a essere una delle componenti forti del cinema degli anni Duemila (vedi anche alla voce Dardenne). Resta solo da vedere se a distanza di quasi dieci anni 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni conservi tutta la sua carica disturbante, la sua potenza espressiva. Io credo di sì (pochi han saputo essere più radicali di Mungiu che, in una scena entrata nella storia del cinema, ha l’audacia di mostrarci con la macchina da presa il feto buttato nella spazzatura).

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