L’anno del dragone, Iris, ore 21,00.
È giusto di ieri l’annuncio da parte di Alberta Barbera di una proiezione speciale di L’anno del dragone all’imminente mostra di Venezia come (doveroso) ricordo e celebrazione del da poco scomparso Michael Cimino. Nell’attesa di vedere al Lido una copia in buone condizioni, magari restaurata, stasera si può giocare d’anticipo sintonizzandosi su Iris che ha avuto la bella idea di mandare in onda il film, non proprio tra i più presenti nei palinsesti televisivi: un ritratto muscolare e fiammeggiante assai ciminiano, realizzato nei modi dell’action gangsterico, dell’antropologia cinese in New York. Con al centro fatti e misfatti dell’arrembante malavita venuta dal Far East. E delle sue interferenze e collisioni con la cultura d’Occidente. Anche, il film che sembrò rilanciare – era il 1985 – Michael Cimino dopo il disastro di I canceli del cielo che l’aveva allontanato dalle grosse produzioni e reso un paria di Hollywood. A recuperarlo è Dino De Laurentiis, che gli affida questa crime story ambientata nella Chinatown di Manhattan. Bande della Triade che si scannano per il predominio territorial-criminale, un capitano di polizia deciso a rimettere ordine, una reporter ambiziosa. Funzionò, ma non abbstanza da fa risalire davvero la china a Cimino. Con un Mickey Rourke prima del disfacimento fisico e John Lone.
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