Quando la moglie è in vacanza, la7d, ore 21,30.
Domanda: come lo dobbiamo catalogare, più come un film di Marilyn Monroe o di Billy Wilder? Direi la prima. Se non altro perché è diventata iconica, e una volta tanto la definizione è acconcia e perfino obbligata, la scena di lei sulla grata del metrò con la gonna plissée sollevata dal turbine proveniente dai cunicoli là sotto. Che quante volte l’abbiamo vista riprodotta e replicata? Quanto a Billy Wilder, questo film del 1955 non è tra le cose sue che amo di più. Anche se la sua sapienza registica non la si può discutere nemmeno in questa commedia tratta da un gran successo di Broadway che lui con gli sceneggiatori dovette parecchio annacquare per via dei codici morali allora imperanti a Hollywood. Codici che vietavano di presentare sotto una luce positiva o solo scanzonata un adulterio, sicché il protagonista, uomo lasciato solo a Manhattan dalla moglie in vacanza e perso dietro la vicina del piano di sopra (giustamente perso, essendo lei Marilyn), più che consumare il tradimento come vorrebbe lo deliba, lo sogna, lo desidera. Astuzia di Wilder, che oggi paradossalemnte conferisce al film uno strato in più, dandogli profondità e un che di freudiano. E resta comunque assolutamente wilderiano lo sberleffo al rigorismo sessuale degli Stati Uniti. Il traditore che non tradisce è Tom Ewell, pescato dall’edizione teatrale e qui nel film della vita.
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