Il padre dei miei figli (Le père de mes enfants, 2009), un film di Mia Hansen-Løve. Rai Movie, ore 23,10.
Produttore orgogliosamente indipendente, il francese Humbert Balsan realizzò film arrischiati e non propriamente mainstream come il meraviglioso Il destino di Youssef Chahine e L’uomo di Londra di Bela Tarr. Tra successi e insuccessi, e più i secondi dei primi, la sua casa di produzione finì in affanno e lui, impossibilitato a far fronte al disastro finanziario che si stava profilando, si tolse la vita. Era il 2005. Questa storia di un amore disperato, e l’oggetto dell’amore stavolta è il cinema, fa da ispirazione a un film francese del 2009, Il padre dei miei figli, secondo lungometraggio di una regista, Mia Hansen-Løve, che da allora avrebbe velocemente scalato i ranghi del cinema autoriale. Oggi, a soli 35 anni, è già nome consacrato, soprattutto dopo Eden, buon successo arthouse anche in America, e il recente e bellissimo L’avenir, premiato alla Berlinale 2016 con l’Orso d’argento per la migliore regia, con protagonista una strepitosissima Isabelle Huppert. Compagna di Olivier Assayas, Hansen-Løve ha messo a punto da un film all’altro, e ormai sono cinque – un suo cinema assolutamente personale e riconoscibile, certo con qualche debito a Bresson e Rohmer, ma precisissimo e peculiare, e quasi antropologico, nel mettere a fuoco e raccontare la realtà visibile e nascosta dell’ambiente da cui lei stessa proviene, quello dell’intellettualità medio-altoborghese parigina. Con uomini e donne sempre assai chic e di massima anche se introversa eleganza pur nelle più impervie prove esistenziali. Così è la mamma filosofa di L’avenir, così è la famiglia rappresentata in questo Il padre dei miei figli. Storia che prende sì ispirazione da quella di Humbert Balsan, ma per svincolarsi poi dal dato di cronaca e farsi ritratto in proprio di una passione divorante e fatale, quella del produttore protagonista per i suoi film. Un uomo differente visto anche attraverso il reticolo dielle sue relazioni familiari. Fu in Francia un ottimo successo, e un passaporto verso la zona alta del sistema cinema per la sua regista. Con Chiara Caselli e Louis-Do de Lencquesaing (ricordate? Era il direttore del Louvre in Francofonia di Alexander Sokurov).
CERCA UN FILM
ISCRIVITI AI POST VIA MAIL
-
-
ARTICOLI RECENTI
- Cannes 2023. Vince “Anatomia di una caduta” di Justine Triet (e tutti i film migliori entrano nel palmarès)
- Cannes 2023. Recensione: LES HERBES SÈCHES, un film di Nuri BiIge Ceylan. Il migliore del concorso
- Cannes 2023. LA MIA CLASSIFICA FINALE del concorso
- Cannes 2023. Recensione: LE FEUILLES MORTES, il Kaurismaki assoluto. Da Palma d’oro
- Cannes 2023. Recensione: LES FILLES D’OLFA di Kaouther Ben Hania. Una famiglia e la storia della Tunisia
Iscriviti al blog tramite email