Appuntamento sotto il letto, la7d, ore 21,30. sabato 5 novembre 2016.
Quando le famiglie erano, più o meno felicemente, numerose, mica come oggi nell’era della natalità zero. Anzi sottozero. Siamo in America, negli anni Sessanta, nel regno della commedia simil-Disney da cui ogni traccia della rivolta (sessuale, generazionale, sociale etc.) di quegli anni è accuratamente espunta. Un mondo come sospeso, che difatti stava per collassare, anche se cineprodotti come questo davano l’impressione che tutto procedesse nel migliore di modi. Una bolla rosa. I protagonisti sono Henry Fonda e Lucille Ball, più conosciuta coma la signora della serie televisiva Lucy ed io, qui in una delle sue rare apparizioni su grande schermo dopo il suo parziale ritiro di fine anni Cinquanta. Lui è vedovo, lei pure. Si conoscono, si frequentano, si innamorano come si possono innamorare due persone rese disincantate dalla vita. Lei infermiera in una base navale, lui ovviamente ufficiale, socialmente superiore come doveva essere allora il maschio (e spesso anche oggi, benché non lo si voglia ammettere manco sotto tortura). Entrambi hanno un segreto, ed è lo stesso segreto, che nessuno osa confessare all’altro: molti, moltissimi figli. Lei otto, lui addirittura dieci. Immaginate come andrà a finire. Celebrazione del sogno americano formato famiglia molto larga. Dirige lo specialista del genere comedy leggerisssima Meville Shavelson. Il titolo originale, assai più intelligente e pertinente di quello italiano, è I tuoi, i miei e i nostri. Del 1968, ma sembra, nel suo anacronismo, di decenni prima. Eppure a grattare oltre la superficie disneyana, si intravede anche in questo film così escapista il mondo nuovo che stava sorgendo con le sue inquietudini, e lo si intravede nella ricerca dei due protagonisti di una felicità in proprio e non solo legata all’essere padre e madre. L’io narcisistico sessantottino c’è già in nuce pure qui.
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