Primo amore di Matteo Garrone, Iris, ore 1,18.Giovedì 19 gennaio 2017.
Quando Matteo Garrone girava film piccoli quanto necessari e perturbanti, e si affermava come autore centrale del nostro cinema. Adesso che si muove tra produzioni ad alto budget di respiro e ambizioni internazionali (dopo Il racconto dei racconti tra poco sarà sul set di Pinocchio), conviene ritrovarli, rivederli, quei piccoli film, in my opinion i suoi migliori: L’imbalsamatore (siamo vicini al capolavoro) e, subito dopo, nel 2004, questo Primo amore. Che racconta di Vittorio, piccolo imprenditore del Nord-Est attratto da donne magrissime al limite dell’anoressia. Tramite annuncio (allora le chat non si usavano massicciamente come adesso) conosce Sonia, e tra i due si instaurerà una relazione vittima-carnefice, con la vittima peraltro consenziente. Dove lui costringe lei a dimagrire sempre più, e lei accetta e subisce per un malinteso senso di amore. Uno di quei rari film italiani degli anni Duemila che vanno a perrlustrare gli angoli più oscuri della mente e le derive del desiderio. Con un senso alto dello stile e della composizione dell’immagine, nella più pura tradizione del cinema (e dell’arte) del nostro peaese. Ispirato, e questo rende ancora più inquietante il film, a un libro, in parte autobiografico di Marco Mariolini, Il cacciatore di anoressiche. Michela Cescon è, eroicamente per come ha dovuto perdere peso, Sonia, lo scrittore Vitaliano Trevisan è Vittorio.
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