Il viaggio di Anatole Litvak, Rete Capri, ore 22,30. Sabato 21 gennaio 2017.
Stracultistico, imprescindibile per chi ama il cinema in ogni sua possibile sottovariante. Qui siamo nel genere antisovietico che prosperò a Hollywood durante la guerra fredda, cinema di propaganda, ma capace di giocare in certi casi abilmente con il proprio stereotipo e magari di ribaltarlo per estrarne felici ambiguità. Come in questo The Journey del 1959, diretto da uno dei molti registi di origine ebraica che avevano lasciato l’Europa negli anni Venti e Trenta per l’America, l’ucraino Anatole Litvak. Uno che si portava dietro come altri émigré il ricordo dell’Europa centro-orientale, della sua dolcezza di vivere prima di ogni rivoluzione e totalitarismo, ma anche delle sue violenze già al lavoro sottotraccia. Il viaggio, del 1959, racconta romanzando, ma sempre con forte adesione alla storia e alla realtà, di un pugno di personaggi nell’Ungheria della rivolta antirussa del 1956 ormai alla fine. Ogni volo verso l’Occidente è stato bloccato, sicché a un gruppo di passeggeri che deve raggiungere Vienna è costretto a un faticoso e complicato viaggio in autobus verso la frontiera. Nessuno di loro è ungherese, o così sembra. Quando verrannno tutti bloccati a un checkpoint da soldati russi si comincia difatti a sospettare che uno di loro sia, sotto falso nome, uno dei capi della rivolta. Ma un felice imprevisto eviterà il dramma. Perché il responsabile del checkpoint, un maggiore sovietico di nome Surov, si innamorerà della compagna di viaggio del sospettato, una signora inglese, e per amore di lei non interverrà come le ferree regole gli imporrebbero. Un melodramma non manicheo, in cui l’eroe positivo è un russo, e con un amore impossibile tra due persone di mondi opposti e nemici. Litvak sa evocare molto bene il clima di minaccia dell’Europa oltre la cortina di ferro, un clima che non era certo un’invenzione della propaganda anticomunista. Con Deborah Kerr, la signora inglese, e Yul Brinner, il maggiore russo. Una coppia che già aveva funzionato in Il re ed io e che qui mostra una chimica perfetta.
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