In Calabria di Vittorio De Seta, Rai Storia, ore 21,58. Sabato 28 gennaio 2017.
Cinema del rigore, perfino dell’intransigenza, quello di Vittorio De Seta, uno degli autori più appartati ed elusivi del nostro secondo Novecento. Nato come documentarista a vocazione sociale e soprattutto antropologica, è poi approdato alla finzione, oscillando tra realismo (il memorabile Banditi a Orgosolo che lo rivelò negli anni Sessanta e lo sceneggiato tv Diario di un maestro che lo rese famoso) e incursioni in un cinema quasi visionario della psiche (lo sfortunato Un uomo a metà). Nel 1993, dopo vent’anni di inattività, torna a girare, e torna con questo documentario sulla Calabria, terra di origine della madre, andando a registrarne il passaggio dalla civiltà contadina e pastorale alla modernità, e le contraddizioni e le ferite. Modernità vista come elemento di corruzione e degrado, come tradimento dell’autenticità di una terra nostalgicamente rimpianta nei suoi miti e riti. Ma, al di là della discutibile idealizzazione del mondo premoderno, conta lo sguardo di Vittorio De Seta, la sua intatta sapienza nel cogliere la vita degli umili e le tracce di una tradizione, contano il rispetto e il pudore con cui si avvicina ai suoi anonimi protagonisti. In Calabria è la lezione di un maestro troppo spesso trascurato.
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