Era notte a Roma di Roberto Rossellini, la7, ore 0,45.
Film da palinsesto del 25 aprile. Uno dei due resistenziali anni Sessanta girati, in tempi di nascente centrosinistra, da un Roberto Rossellini non più all’apice del gradimento dei critici italiani. I quali maltrattarono Era notte a Roma come esempio di un Rossellini infiacchito (l’altro suo film resistenziale dell’epoca è Il generale Della Rovere, che, oltre a vincere un Leone d’oro ex aequo, fu accolto un po’ meno malmostosamente). Oggi Era notte a Roma, anno di produzione 1960, è semplicemente considerato un’opera indispensabile, cone tutte quelle di un autore entrato nella lista dei maestri assoluti della storia del cinema (più per merito della critica militante francese che della nostra).
Rossellini torna al tempo e anche ai modi di Roma città aperta, solo che sono passati quindici anni e tutto è cambiato. Anche lui, che, pur mantenendosi fedele al suo cinema rigoroso e di presa diretta sul reale, aggiunge in Era notte a Roma un che di pudicamente melodrammatico e perfino di avventuroso.
Mentre si combatte a Cassino, i tedeschi controllano con ferocia la capitale. Tre soldati alleati scappati da un campo di prigionia, un americano, un inglese e un russo, vengono nascosti a Roma da Esperia, una borsara nera (Giovanna Ralli, in un personaggio di popolana che non può non rimandare ad Anna Magnani). Ci sarà una spiata, uno dei tre soldati morirà, e morirà anche il fidanzato antifascista di Esperia. E l’dentità del traditore sarà un trauma per tutti. Prodotto anche con capitali cattolici, il film piacque poco alla critica forse anche (soprattutto?) per quello. Oggi va rivisto serenamente per quello che è, il film di un mestro che non si può discutere. Con Renati Sslvatori e Sergej Bondarchuk. Occhio, c’è anche Laura Betti.
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