The Store – Grandi magazzini, un documentario di Federick Wiseman, Rai 3 (Fuori orario), ore 1,00. Domenica 30 aprile 2017.
Che Fredederick Wiseman sia un maestro del documentario è cosa perfino ovvia. Lo dice non solo la sua corposissima produzione, ma anche il culto di cui è oggetto da parte di giovani cineasti di tutto il mondo che guardano al suo cinema verità come a un modello di riferimento e ispirazione. Infaticabile ultraottantenne (è del 1930), Wiseman continua a mantenere curiosità per il mondo e voglia di indagarlo con la macchina da presa, come prova il suo In Jackson Heights proiettato a Venezia nel settembre 2015. Cinema-documento assai personale, quello di FW, elaborato nel corso di decenni secondo precise linee-guide: decine, anche cento e più, ore di girato da cui estrarre poi un film attraverso un lavoro smisurato e fondamentale di scelta e di montaggio; organizzare attraverso le riprese e l’editing la realtà osservata in una narrazione; assenza di didascalie, voce esplicativa fuori campo, interviste e ogni altra indicazione che possa compromettere la fluidità narrativa. Codice a cui Wiseman si attiene rigorosamente anche in questo The Store del 1983, uno dei molti suoi lavori in cui va a indagare realtà collettive, luoghi che sono di lavoro o di studio o di tempo libero, ma che sempre racchiudono una qualche comunità, consapevole o meno di esserlo. Stavolta il suo oggetto di indagine è il department store Neiman-Marcus di Dallas, Texas, uno dei maggiori degli Stati Uniti, e dei più sofisticati, luogo di vendita e di consumo di beni di alta gamma, in primis abbigliamento lussuoso e griffato per i ricchi clienti, e soprattutto le ricche clienti, del Texas. La macchina da presa segue venditori e acquirenti, strateghi del marketing, chi sta nei reparti a disposizione del cliente come chi sta dietro le quinte. Cinema antropologico e sociale nel senso più pieno diun pezzo di comportamenti sovraindividuali. Anche il primo film a colori di Wiseman.
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