Venga a prendere il caffè da noi di Alberto Lattuada, Capri Television (canale 66 dt), ore 22,30.
Un perfido racconto lacustre-varesotto di Piero Chiara tradotto in cinema nel 1970 da quel gran signore di ironie e melodrammi che era Alberto Lattuada. Perfetto protagonista un Ugo Tognazzi nei panni di Emerenziano Paronzini che, nella Luino post-bellica, sposa una delle tre sorelle Tettamanzi, diventando però anche l’amante delle altre due: perché nessuna è perfetta, anzi viste così sono tutte sgraziate, però ognuna di loro ha una virtù segreta che nell’alcova si esprime al meglio, e messe insieme costituiscono l’amante ideale. Ma Emerenziano Paronzini non ha fatto i conti con la perfidia femminile e la smania di possesso, che porteranno a un paradossale epilogo. Del 1970, Venga a prendere un caffè da noi fu un enorme successo al botteghino italiano e resta ancor oggi un ritratto godibile, acidissimo e senza sconti, della piccolissima borghesia ipocrita quanto peccatrice. Ma non è tanto la fustigazione alquanto moralistica dei costumi a interessarci oggi, ma la scorrevolezza della narrazione, la perfezione dell’intreccio, la regia distaccata ed elegante che riesce a mantenere la materia raccontata molto al di qua del volgare e del sordido. Strepitose le tre sorelle, Milena Vukotic, Angela Goodwin e la fuori misura Francesca Romana Coluzzi. Ma Venga a prendere un caffè da noi risulta oggi anche un resoconto quasi antropologico dell’era della scarsità del sesso, di quando il corpo (soprattutto della donna) era un bene raro che andava conquistato con complicate strategie e sottili astuzie, parecchio prima che la rivoluzione sessuale e dei costumi liberati lo derubricassero (banalizzassero? degradassero?) a oggetto di consumo di massa. Il più bel film mai tratto da Piero Chiara, anche meglio del successivo e pur notevole La stanza del vescovo, sempre con Tognazzi, ma con la regia di Dino Risi.
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