Lo scapolo di Antonio Pietrangeli con Albert Sordi, Iris, ore 23,11. Sabato 23 settembre 2017.
Da non perdere, per nessuna ragione, sono Antonio Pietrangeli e il suo cinema. Un autore mai abbastanza riscoperto, amato, rivalutato. Autore di capolavori che non si discutono del nostro cinema tra fine anni Cinquanta e metà anni Sessanta, da Adua e le compagne a Io la conoscevo bene (il suo vertice, e uno dei vertici del nostro cinema di sempre), passando per La parmigiana e La visita. Compagno di strada dei grandi della commedia italiana di quel tempo, Mario Monicelli e Dino Ris, in testa, ma scostato da loro per l’assenza di quell’ ironia spesso devastante e tracotante, aggressiva fino al teppismo. Pietrangeli era di tutt’altro stampo, più proclive alla malinconia dei toni, al crepuscolarismo, all’osservazione sì implacabile di un mondo, di un vuvere sociale, ma con una partecipazione verso i personaggi assente nella copia regina del genere Monicelli-Risi. Usando i codici della commedia per tracciare perfetti quadri di un’Italia minima descritta attrvaerso figure di perdenti, soprattutto donne. La galleria dei suoi ritratti femminili è memorabile e a volte straziante. Fa (apparentemente) eccezione questo suo secondo lungometraggio (del 1955) Lo scapolo, con al centro un maschio, anzi un maschio assai medio-italiano, un Alberto Sordi refrattario al matrimonio che molte donne ha e conquista e illude per non averne, in fondo, davvero nessuna. Fino a che, sgomento del suo stesso vuoto interiore e dal nulla esistenziale in cui caduto, cederà al matrimonio. Alberto Sordi asciugato da Pietrangeli dei suoi vezzi debordanti già allora e riportato a una attorialità più intima, più controllata, che più che agli effetti comici è funzionalizzata alla costruzione del personaggio. Ma in fondo anche questo è, perfettamente alla Pietrangeli, un film di donne e sulle donne. Si parla di uno scapolo seduttore seriale per mostrare in realtà le figure femminili che gli ruotano intorno i. Cast memorabile. Con un Nino Manfredi pressoché sconosciuto in un ruolo collaterale (e in uno dei suoi non molti film con Sordi: tra i due notoriamente c’era un’aperta rivalità). E poi le signore e signorine: Rossana Podestà, Virna Lisi, Sandra Milo, Lilli Greco. Apparizione sfolgorante di Abbe Lane, con marito Xavier Cugat e il loro mitologico cagnolino. Sceneggiatura di Ettore Scola, Ruggero Maccari e Alessandro Continenza. Che nomi, che tempi.
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