Il valzer dell’imperatore, Tv2000, ore 21,05. Mercoledì 3 gennaio 2018.
Dimenticato. Rubricato dalle enciclopedie tra i meno riusciti di Billy Wilder. Ma pur sempre un Billy Wilder, sant’Iddio, e i geni mica possono sbagliare troppo, e, anche quando sbagliano, qualcosa di interessante lo producono comunque. La sua non eccelsa fama ne ha fatto un film trascurato e perciò raro a vedersi, un fantasma quasi mai passato in tv. I cinefili veri non se lo lascino scappare, prima che una qualche retrospettiva lo riesumi, lo ricollochi al suo giusto posto e lo trasformi in un indispensabile. Del 1949, di un Billy Wilder che già aveva alle spalle successi consistenti come Giorni perduti e Double Indemnity. Progettando un film sulle truppe americane ancora stanziate in Europa dopo la fine della guerra (un qualcosa del genere lo realizzerà solo qualche anno dopo con Scandalo internazionale), il regista fa un viaggio pe documenarsi in Germania e terre limitrofe, scontrandosi con l’orrore dei campi, della Shoah, dei ricordi di guerra ancora intatti. Accantona il progetto, non se la sente più, e decide di buttarsi, in una sorta di evasione-stordimento, su una commedia, anzi un musical. Ed ecco l’idea di Il valzer dell’imperatore. Dove, ispirandosi vaghissimamente a fatti davvero accaduti, si immagina che un intraprendente americano si rechi a Vienna ancora regnante Francesco Giuseppe, e dunque in piena Finis Austriae, per tentare di vendere all’imperatore un grammofono. Convinto che se l’oggetto sfonderà a corte tutti i sudditi si precipiteranno ad acquistarne uno. In direzione Vienna il piazzista (e il suo cane uguale uguale a quello del logo della Voce del padrone) incontra una gran dama aristocratica che sta pure lei andando a palazzo per far accoppiare la sua cagnolina al cane di medesima razza del gran sovrano. Naturalmente niente andrà come previstlo, ma l’happy end ci sarà, eccome. Musiche e canti, anche per via dell’interprete che è Bing Crosby, allora star di massimo fulgore, La dama è Joan Fontaine, credibilissima quale asburgica, come nel coevo Lettere da una sconosciuta dell’Ophüls émigré a Hollywood. Il valzer dell’imperatore fu un successo a metà e anche meno, lo stesso Wlder non lo ha mai amato ritenendolo aldi sotto delle sue aspettative. Eppure, come non essere attratti da un Wilder che torna attraverso il cinema nella Vienna dov’è nato, per imbastire una commedia lieve degli equivoci e degli inganni sulla scia del suo maestro Ernst Lubitsch. In un clima operettistico-decadente tra Ruritania e paese dei campanelli, e però nell’ombra agra e scura della Kakania di Musil. I riti di corte, le uniformi, come in un Von Stroheim-movie, anche se senza i feticisimi di quel concittadino di Wilder (pure EVS veniva dalla capitale della SacherTorte e dei walzer). Ogni fotogramma di quest film va visto alla luce rossastra del crepuscolo asburgico, e alla luce della stessa biografia complicata di Billy Wilder, ebreo viennese prima operante quale uomo di cinema a Belino e poi negli Stati Uniti. Opera di un emigrato che, volendo o no, e volendo far sorridere il pubblico, scende a picco dentro il proprio passato e il proprio inconscio per confrontarsi con i fantasmi del mondo di ieri. E difatti uno dei personaggi collaterali è uno psicanalista, anche se la dottrina di Freud viene applicata dal sempre beffardo Wilder a una strana forma di terapia. Una (ri)scoperta per wilderiani e cinefili tutti. Leggendarie le tensioni sul set tra Bing Crosby, afflitto da insopportabile e ipertrofico ego da superstar, e la collega Joan Fontaine (e lo stesso regista).
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2 risposte a Il film imperdibile stasera in tv: IL VALZER DELL’IMPERATORE di Billy Wilder (merc. 3 genn. 2018, tv in chiaro)