Perfetti sconosciuti, Canale 5, ore 21,11. Lunedì 15 gennaio 2018. Prima tv.
Riuscirà in tv a fare il botto come già nei nostri cinema? Perché Perfetti sconosciuti, a parte il mostruoso (nel senso di eccezionale, fuori norma, fuori media) successo dei vari Zalone-movies, è il film di più alto incasso del cinema italiano di questi ultimi anni. Venduto in mezzo mondo, premiato pure per la migliore sceneggiatura al malmostoso e assai chic Tribeca Festival di New York, remakizzato in Spagna da un regista di forte identità come Alex De La Iglesia (anche lì, record di incassi). Insomma, un case history da studiare e ristudiare, soprattutto in questi tempi di cifre grame per il botteghino del ns. cinema. Non che Paolo Genovese, il regista di tanto miracolo, venisse dal nulla. Aveva alle spalle Immaturi parte prima e seconda. anche quello vagonate di milioni di euro (adesso è una serie), e una commedia ambiziosa come Tutta colpa di Freud. Ma con Perfetti sconosciuti realizza il suo film perfetto, con il giusto bilanciamento di elementi tradizionali di commedia all’italiana anche plebea e di signorile comédie de moeurs alla francese. La storia è nota. Roma: a una cena tra amici la padrona di casa propone uno di quei giochi a cui il buonsenso indurrebbe a dire no, grazie. E invece. Invece succede che sciaguratamente tutti dicano sì alla proposta di metter sul tavolo il proprio smartphone, con l’obbligo di risondere coram populo a eventuali chiamate e di mostrare a tutti i messaggi (in uscita e in entrata). Mettiamoci a nudo con la tecnologia comunicativa di ultima o quasi generazione. Succederà quello che era facilmente immaginabile. Piccoli inconfessabli segreti verranno a galla, più qualche qui-pro-quo a intorbidire ulteriormente le cose. Si ride, ma mica tanto. Si resta invischiati dall’implacabile meccanismo narrativo messo a punto da Genovese e grazie agli interpreti, tutti bravi a recitare la vita, o qualcosa che le assomiglia. Con in testa Valerio Mastandrea e Marco Giallini. E poi: Anna Foglietta, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Kasia Smutniak (scusate se dimentico qualcuno). Se non l’avete visto, guardatevelo senza snobismi, please. Genovese dopo tanto trionfo si è rimesso in gioco con un certo coraggio con un film difficile come The Place, e tuttosommato non gli è andata male (oltre 5 milioni di euro).
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