Vento di primavera, Nove, ore 21,25. Sabato 31 marzo 2018.
Un film sulla Shoah non dei più visti, ma da non perdere: più per quanto racconta che per intrinseci meriti cinemarografici. Una produzione francese del 2010 che ha riproposto, tra qualche polemica in patria, la pagina vergognosa del 16 luglio 1942, quando furono rastrellati tredicimila ebrei parigini e rinchiusi nel Vélo d’Hiver in condizioni disumane prima di essere avviati ai lager in Germania. La Grande Raffle, la grande retata (e La Raffle è il titolo originale di questo film), si sarebbe ignominiosamente chiamata da allora. Era una richiesta degli occupanti tedeschi fatta propria dalla Francia che disse sì. Un episodio di poco edificante storia patria che i francesi non amano ricordare, e che questo film, diretto da Roselyne Bosch, ha volutamente riportato a galla. Vento di primavera è il nome in codice dato all’operazione. La tragedia degli ebrei è vista attraverso le storie di alcune famiglie e dei loro figli, ma si mostrano anche Pétain e i suoi, e Hitler che dal suo ritiro bavarese del Berghof segue gli eventi. Protagonista, nei panni di un deportato, Jean Reno. La vergogna del Vélo d’Hiver era già stata rievocata nel bellissimo e ancora insuperato Mr. Klein di Joseph Losey (1976).
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