La notte brava di Mauro Bolognini, Capri Television (66 dt), ore 22,30. Giovedì 12 aprile 2018.
Leggendario film del 1959 diretto (benissimo) da Mauro Bolognini, uno dei grandi dimenticati del nostro cinema, e sarebbe ora di un recupero come Dio comanda. Leggendario anche perché la sceneggiatura è cofirmato nientedimeno che da Pier Paolo Pasolini (non ancora regista in proprio), anche autore del racconto che ne sta all’origine. Uno di quei ritratti di borgata, di vite precarie e vendute che avevano costruito la sua fama di autore sulfureo e disallineato. Bolognini fa il suo lavoro magnificamente, orchestrando questo “tutto in una notte a Roma” senza sbagliare niente, i tempi, le voci (e chi se ne importa se si tratta di doppiaggio: è un doppiaggio al massimo livello di credibilità), le facce, e quel clima di peccato sottoproletario, da ragazzacci e ragazze di vita che non si può che dire pasoliniano. Due giovani uomini di margine e di borgata – balordi si diceva allora – con i nomi fantastici di Scintillone e Ruggeretto, caricano su due prostitute andando poi a concludere un affare di fucili rubati. Ma i soldi verranno rubati a loro volta da una delle ragazze, e comincia il giro dei due per le strade, i locali, le case di Roma, quella alta e quella bassa, con l’intenzione di rifarsi dello smacco subito. Tra altre prostitute, lenoni, ladri, truffatori, borghesi in bilico sull’immoralità, lumpenproletari. Quell’umanità di confine insieme gaglioffa, ribalda e innocente che PPP aveva celebrato nei suoi libri e diventata grazie a lui non solo un pezzo di antropologia romana, ma anche un’indelebile realtà letteraria (che ancora oggi continua a alimentare altra letteratura, altre immaginazioni). Roma magnifica, con le sue rovine ammuffite e smangiate dalla corrosione, dalle erbe matte, e le sue strade ancora vuote e aperte di prima della motorizzazione di massa. E che cast, roba che solo in quegli anni si poteva mettere insieme. Con parecchi francesi dentro perché, trattandosi di una delle molte coproduzioni di allora tra Roma e Parigi, si doveva far posto in pari dosaggio a attori nostri e loro. Dunque ecco Jean Claude Brialy star della nouvelle vague della prima ora, Laurent Terzieff (meraviglioso), Antonella Lualdi, Annamaria Ferrero (una delle più belle di sempre del nostro cinema), Rosanna Schiaffino, Elsa Martinelli, Mylène Demongeot (rivista l’anno scorso con 58 anni in più, sarebbe meglio dire intravista, in Sage Femme). E un Tomas Milian esordiente. Come si fa a non rimpiangere quel tempo, quel cinema? Titolo bellissimo diventato proverbiale.
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