Succede (e nulla sarà più come prima), un film di Francesca Mazzoleni. Tratto dal libro di Sofia Viscardi (Mondadori). Con Margherita Morchio, Matilde Passera, Matteo Oscar Guggioli, Brando Pacitto, Giovanni Anzaldo, Francesca Inaudi, Giampiero Judica.
Un po’ meno peggio di quanto ci si aspettasse, questo film tratto dal besteller di Sofia Viscardi. Succede ha un suo garbo, la protagonista ha una faccia intelligente, tutti gli attori sono credibili. Il guaio è il vuoto narrativo: in Succede non succede niente. Voto 5 meno
Non chiedetemi del caso Sofia Viscardi. Di come una diciottenne (oggi dovrebbe avere un paio di anni in più) sia potuta arrivare in cima alle classifiche di lettura e vendita con il suo romanzo-racconto di formazione Succede (ed. Mondadori). Non saprei dire perché non ho letto il libro-fenomeno, e credo mai lo leggerò. Né sono mai andato sul suo canale youtube che mi dicono conti su una legione di liker e follower. Dico solo che non è la prima volta che un’autrice ragazzina scala le classifiche, era successo già nei remoti anni Cinquanta con Françoise Sagan e il suo Bonjour tristesse. Dite che eravamo ad altri stratosferici livelli? Sì, avete ragione, non c’è gara né paragone, però l’età è quella. Sono andato a vedermi il film che dal romanzo viscardiano è tratto senza aspettarmi niente, ma anche senza preclusioni, consapevole di non essere proprio il target d’elezione di una simile prodotto. Devo ammettere che è andata meno peggio del previsto, anche se si tratta di una robuccia. Robaccia no, non è quel trashume di cui molti hanno sparlato. Succede, diretto da una regista neanche trentenne, Francesca Mazzoleni (il nome è lombardo, ma lei è nata a Catania), non è mica così infame. Ha un suo garbo. Ci presenta una gioventù liceale un filo al di sopra dell’immagine di generazione sfasciata e scazzata e sdraiata ormai dominante. Con tre attori giovanissimi nei ruoli principali assai in parte, di massima naturalezza, non artefatti, credibili, pure simpatici. Margherita Morchio che è la protagonista Margherita/Marghe/Margi/Meg/Maggie (sono tante le declinazioni del nome in corso di film) ha un’aria assennata e intelligente, una sua graziosità non convenzionale, non è insomma di quelle lolitazze tremende, makuppate e instagrammiche, che fa spavento solo a vederle, ed è una presenza che salva il film dallo scivolare nel peggio giovanilismo e manierismo teen-italico. Il guaio di questo Succede, girato da Francesca Mazzoleni con cognizione di causa – si vede che non è distantissima dalla generazione che racconta – e cinelinguaggio modernista ma senza eccessi e convulsioni – sta nel suo vuoto narrativo. Forse la piccola odissea esistenziale di Margherita, con i diarismi adolescenziali, gli aforismi kitsch, sulla pagina funzionava meglio. Ma trasposta in cinema è il grado zero drammaturgico. Storia qualunque di Margherita che ha appena lasciato un amore stronzo e si ritrova alle prese con un giovanottino appena approdato a Milano con cui è qualche struscio e bacio rubato e poco convinto (già, dimenticavo, la storia è milanese). Mentre la sua più spregiudicata amica Olly (non sta per Olivia, ma per Olimpia) se la fa con un tizio trentenne, mentre l’amico Tom, un bravo ragazzo assai protettivo con Marghe, sogna di scappare in Argentina per scappare da una vita familiare un po’ così (madre separata con tendenza al depresso alcolico). Ci saranno piccolissimi malintesi, una crisuccia tra la Marghe e la Olly, e la scoperta che il Grande Amore è sempre stato lì a un passo. Bastava riconoscerlo e afferrarlo. Mah. Troppo poco per un pubblico young adult abituato a cose ben più toste e strutturate venute dall’America, cose dove gli amori son complicati e tortuosi e spesso con letali patologie di mezzo. In Succede siamo alla minuscola cronaca quotidiana di vite liceali ininteressanti, con qualche bullettismo, con i cattivi ragazzi della scuola che fanno rap e altra roba hip hop, tra baruffe bisticci ripicche. Il modello – altro che i film americani – a me sembra quello delle commedie scolastiche dei telefoni bianchi tipo Maddalena zero in condotta (1940, regia di Vittorio De Sica). O, per andare agli anni Ottanta, Il tempo delle mele. Senza naturalmente l’inarrivabile grazia desichiana. Solo alla fine salta fuori una rivelazione dolorosa, ma è troppo tardi per dare senso e densità a un film che fluttua per troppa leggerezza. Si vede, a far da comparsa e sfondo-selfie, tutta la Milano del nuovo grattacielume, quindi molto Porta Nuova e anche City Life. Però, è mai possibile che quasi tutte le faccende di Succede succedano in location tanto esemplari e, ebbene sì, tanto iconiche? Il che conferisce un’aria fintissima da video promozionale. Però il liceo è il Virgilio di piazza Ascoli, meraviglia in mattoni rossi di puro razionalismo del ventennio. Uscendo mi chiedevo chi mai avrebbe comprato il biglietto per un film tanto minuscolo e inconsistente. E tutti a dirmi: figurati, il popolo di Sofia Viscardi farà la fila. Invece disastroso flop. I viscardiani son rimasti davanti a youtube.
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