Film stasera (tardi) in tv: *La tragedia di un uomo ridicolo* di Bernardo Bertolucci (merc. 3 ott. 2018, tv in chiaro)

La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci, Rai Movie, ore 1,05. Mercoledì 3 ottobre 2018.
Il film più oscurato e dimenticato, e già alla sua uscita meno compreso, di Bernardo Bertolucci. E però con un Ugo Tognazzi magnifico, monumentale, che giustamente si prese (era il 1981) il premio come migliore attore al festival di Cannes. Da rivedere per lui, ma non solo per lui. Si porta addosso tutti i segni del suo tempo, questo film dal bellissimo titolo: i segni, intendo, di quegli anni Settanta terribili che si erano appena conclusi lasciando dietro di sé detriti, scorie e segni nella coscienza del paese. Confuso e irrisolto, La tragedia di un uomo ridicolo proprio nella sua esibita imperfezione riesce a farsi specchio di un’Italia smarrita, allo sbando, persa tra violenze settarie e le peggiori derive ideologiche. Bertolucci cerca di accontare in una storia esemplare le spaccature generazionali, i conflitti allora feroci tra padri e figli, ma anche le intossicazioni e infatuazioni politiche: unendo, come si diceva allora, il pubblico e il privato. Nella Bassa da lui tanto amata, ma ormai stravolta e nel pieno di una mutazione antropologica, un piccolo industriale caseario che si è fatto da solo con immensa fatica si ritrova a far fronte al rapimento del figlio per mano di un gruppuscolo di estremisti. Arriva la richiesta di riscatto, mentre la polizia sospetta che sia stato lo stesso rampollo a inscenare il rapimento in collusione con la banda, in odio alla figura del padre e a quanto di meschinamente borghese rappresenta (e viene in mente il rapimento Getty Jr., anche quello all’inizio gravato da sospetti di complicità, poi smentite dai fatti, tra ostaggio e rapitori). L’industriale, dando ormai per spacciato il figliolo, pensa di usare i soldi raccolti per salvare l’azienda indebitata dal fallimento. Un personaggio doppio, abietto, cui però l’immenso Tognazzi riesce conferire vibrazioni umane e una qualche dignità. Anouk Aimée è la moglie, Ricky Tognazzi il rapito, Laura Morante la sua ragazza. Film che è specchio di un’Italia che non ci piace ricordare, e nemmeno riguardare al cinema, ed è per questo che vale la pena rivederlo oggi.

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