Krakatoa, est di Giava, Rai Movie, ore 21,10. Domenica 30 dicembre 2018.
Per chi ama il cinema anni Sessanta della vecchia, anzi vecchissima, decrepita Hollywood in procinto di essere spazzata via dalla New Hollywood dei vari Easy Rider, Un uomo da marciapiede, Mash, Il laureato. Quella che, mentre il vento sta cambiando e i tempi pure, si ostina a riproporre linguaggi e codici ormai logori. Eppure son film che, a vederli oggi, sanno incantare per il senso di magico e di grandioso, di spettacolare e anche baracconesco. Questo è un catastrofico, anzi disaster movie, alquanto anomalo perché ibridato con il film d’epoca, e dunque assai diverso da quelli che ariverano di lì a poco a cascata, a partire da L’avventura del Poseidon, Terremoto, L’inferno di cristallo. Ricostruzione con molte libertà di una delle più grandi eruzioni vulcaniche che si ricordino, quella del 1883 del Krakatoa, in un’isola indonesiana (ma a ovest di Giava, non a est come erroneamente indicato dal titolo). Romanzando parecchio attravero la storia di un pugno di personaggi impegnati nel recupero di un carico di perle finito negli abissi, e intanto il Krakatoa lì vicino sta per esplodere. Con Maximilian Schell e Diane Baker. Più la presenza cultistica di Sal Mineo, che già da solo basterebbe a consigliarne la visione. Ma il vero motivo per guardarselo è la recente, distruttiva eruzione con tanto di tsunami del Krakatoa figlio, vulcano sorto da quel primo, originario Krakatoa dopo la sua autodistruzione e scomparsa nell’apocalisse del 1883.
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