Casanova ’70, un film di Mario Monicelli (1965), Rai Storia, ore 21,10. Sabato 27 aprile 2019.
Un Monicelli-movie non dei più famosi della metà esatta degli anni Sessanta, con un Marcello Mastroianni all’apice della sua fama internazionale di amante latino irresistibile quanto indolente, fama costruita a colpi di successi planetari quali La dolce vita, 8 e mezzo, Divorzio all’italiana. Un film comunque di alta professionalità – la lista dei credits, dagli sceneggiatori al direttore della fotografia al costumista, è a leggerla oggi impressionante per qualità – in grado di restituire il clima senza troppi pensieri dell’Italia del boom prima della rivoluzione (il Sessantotto, of course). Ebbe più fortuna all’estero, soprattutto sul mercato anglofono, che in patria, fino a conquistarsi addirittura una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale: cose che succedevano al nostro (grande) cinema di allora. E tutti a elogiare l’interpretazione di ‘Marcello’, qui in uno dei suoi ruoli di maschio solo apparentemente realizzato e invece intimament fallato, scostato dalla normalità, corroso dentro, e si pensi solo all’uomo incinto in un film di Jacques Demy.
In Casanova ’70 è Andrea Rossi-Colombetti, un ufficiale dell’esercito italiano distaccato presso una base Nato e afflitto come il Bell’Antonio di Bolognini-Brancati da impotenza, benché, diversamente che in quel film, solo a intermittenza: un dongiovanni, un seduttore compulsivo seriale di femmine in grado di eccitarsi solo in situazioni di pericolo e dunque costretto alle più stravaganti avventure per soddisfare la sua libido. Nella sua galleria ecco in sequenza la conquista di una domatrice di leoni, di una ragazza siciliana custodita da fratelli e padre armati a difesa della sua castità, di una moglie a pochi passi di distanza dal marito. Finirà da uno psicospecialista (Enrico Maria Salerno) che gli consiglierà una tregua, una vacanza da quella spirale di Eros e Thanatos intrecciati. Si sistemerà con una brava ragazza, convinto di avercela fatta a esorcizzare i suoi fantasmi. Ma non sarà così. Cast femminile da vertigine: Virna Lisi, Michèle ‘Angelica’ Mercier, Marisa Mell, Margaret Lee e le due Orfei, Liana e Moira. Recensendolo allora, il critico del New York Times, pur lodando regia e interpretazione e la bellezza delle location mediterraneee (Puglia e Sicilia), scrisse che in fondo Casanova ’70 non era che la reiterazione della stessa idea narrativa di base, quella di un maschio nevrotico costretto al rischio, buona tutt’al più per un film a episodi. Non aveva tutti i torti.
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