Falchi di Toni D’Angelo, Rai Movie, ore 21,10. Giovedì 25 luglio 2019.
Non l’ho mai visto, non mi spiacerebbe per niente vederlo, e però stasera non posso proprio. Poi mi direte. Ricordo che quando uscì, un anno e mezzo fa circa – resistendo solo qualche giorno in qualche cinema – venne alquanto supportato da Marco Giusti nel suo Stracult televisivo in quanto film orgogliosamente di genere. Siamo difatti dalle parti dell’action-crime, stavolta immerso in territorio napoletano-delinquenziale. E però non il solito clone di Gomorra, poiché lo sfascio e il disordine stavolta visti attraverso due signori della legge, due appartenenti alla suadra speciale anticrimine detta dei Falchi. Tipi dai modi spicci. In giro su motociclette rombanti a prevenire, inseguire, catturare, reprimere. Con un’estetica sporca e ritmi ipercinetici che – dissero le cronache all’uscita in sala – guarda al cinema hongkonghese glorioso di John Woo. Non saprei dire se i risultati siano all’altezza delle ambizioni e delle intenzioni e però Falchi è di quei film cui bisogna voler bene a prescindere, per partito preso, per come si scostano dal mucchio e dal branco e osano quello che nel nostro cinema è quasi inosabile oggi: rifare il poliziottesco anni Settanta. Toni D’Angelo, il regista, è il figlio di Nino, che firma la colonna sonora, ed è una ragione di più per non perdersi il filmi. Con Michele Riondino e Fortunato Cerlino.
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