Il gaucho di Dino Risi, con Vittorio Gassman, Cine34, ore 23:10. Martedì 4 febbraio 2020.
Un film dal periodo aureo di Dino Risi, quello che va dal 1960 al 1965, quando il regista infila una sequenza di titoli da vertigine: Una vita difficile, Il sorpasso, I mostri e questo Il gaucho, appunto. Che chissà perché non gode della stessa fama e dello status degli altri. Un delegazione di cineasti italiani sbarca in Argentina per partecipare all’allora famoso e glorioso festival di Mar della Plata. Guida il grupppo un Vittorio Gassman al top del suo fanfaronismo, un cialtrone che si lascia alle spalle a Roma un fallimento dopo l’altro e spera di rifarsi in Argentina alle spese di un amico emigrato da quelle parti. Il quale però (Nino Manfredi) si rivela più spiantato del fallito Gassman. Del gruppo fa parte anche un regista omosessuale ispirato sembra a Pasolini (straculto!) e un’attrice sgallettata (Maria Grazia Buccella). Ma a far brillare Il gaucho sono due ex stelle del nostro cinema anni Cinquanta, in quel 1965 ormai tramontate, Silvana Pampanini e Amedeo Nazzari: lei, quasi nella parte di se stessa, è un’attrice che se ne va in Argentina, dove ancora l’adorano e la considerano una star di prima grandezza, per ritrovare quel profumo divistico e e quell’ardore dei fan che in patria non può più avere, lui è un emigrato italiano che lì ha fatto i soldi e travolge con il suo vitalismo la scalcagnata troupe di Cinecittà. Quello che è fantastico in Il gaucho non è tanto il solito, pur notevolissimo sguardo corrosivo e implacabile di Dino Risi, e il suo talento di narratore, quanto la perspicacia nel cogliere l’Argentina di allora, ancora fresca di peronismo e di ogni populismo, e in cerca di uno status di potenza cinematografica (e non solo) sulla scena internazionale. Film imperdibile. Scritto alla grande da Ettore Scola e Ruggero Maccari.
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