Mystic River di Clint Eastwood, Iris, ore 23:21. Domenica 31 maggio 2020.
Oggi sono novantanni dalla nascita di Clint Eastwood: palinsesti giustamente sommersi dai suoi film. Del 2003, Mystic River è uno dei vertici del Clint regista, uno dei suoi capolavori, esempio preclaro di quell’inconfondibile Eastwood-touch fatto di virile sobrietà, pietas, disincanto, partecipazione ai destini umani però senza smancerie e cadute sentimentalistiche. Nella Boston anni Settanta tre ragazzini che condividono la stessa vita di quartiere fatta di giochi, scuola e poco altro. Uno di loro viene rapito per quattro giorni, quando torna non dirà cosa gli è accaduto, solo che non sarà più lo stesso. Si ritrovano da adulti perché la figlia di uno di loro è stata uccisa, e uno degli amici è il poliziotto che indaga sul caso. Sarà un viaggio negli abissi della coscienza e dell’inconscio dei tre, tutto verrà fatto riemergere e riesumato, anche i traumi più atroci. Clint Eastwood estrae da un romanzo di Dennis Lehane un film livido e cupo di anime perse, una meditazione lancinante sul male. Sei candidature all’Oscar e due vinti: da Sean Penn miglior protagonista e Tim Robbins best supporting actor.
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