Berlinale 2023. Recensione: PAST LIVES di Celine Song. Ritrovarsi

Past Lives (Vite passate) di Celine Song. Con Greta Lee, Teo Yoo, John Magaro. Concorso. Voto 8
Sud Corea. Nora e Hae sono compagni di classe alle elementari, sempre in gara per i voti migliori (di solito prevale lei, ma capita anche il contrario, allora Nora ci resta male, competitiva com’è). Ma sono anche inseparabili compagni di giochi, anzi inseparabili sempre. Poi succede che la famiglia di lei decide di emigrare negli Stati Uniti e sarà separazione forzata. Hae non smetterà di pensare a lei e da adolescente poi da giovane uomo continuerà a cercarla, sempre coltivando il sogno di ricostituire l’armonia a due perduta  Ritroverà Nora, via Facebook. La ricontatterà. E lei, che intanto si è sposata, non opporrà resistenza quando lui programmerò un viaggio a New York per incontrarla. Le intenzioni di Hae, benché non smaccatamente esibite (sapete, quella cosa del pudore orientale), sono chiare: ricominciare. Quelle di Nora invece? Ma la questione resta: è possibile tornare come in una macchina del tempo o nel multiverso al passato e farlo rivivere oggi (a questo allude il titolo)?
Ora, così descritto (e la sinossi ufficiale della Berlinale non è tanto dissimile), Past Lives sembra cinema-pattumiera da San Valentino, uno di quei film sentimentaloidi che le fidanzate infliggono al fidanzato giustamente riottoso (così almeno succedeva quando le sale erano ancora frequentate). Al boomer torna in mente, a proposito di amori adulti nati nell’infanzia, anche un vetusto ma travolgente popsong, Bang Bang, inserito nella versione italiana di Dalida da Xavier Dolan nel suo Les amours particuliers (eravamo due bambini/puntavamo le pistole/dai cavalli a dondolo/ Bang Bang! ecc. ecc.). Con simili premesse e rimembranze
si è andati al Palast al press-screening di Past Lives rassegnati se non al peggio certo al banale e al mediocre. Invece, coup de theâtre!, ci si è trovati di fronte a uno dei film migliori di questa Berlinale. Diretto dalla canadese di origine coreana Celine Song, è un’opera prima, ma assai matura e sapientemente scritta dalla sua regista-autrice, playwright giovane già con parecchi premi incamerati, la cui abilità è evidente nell’impeccabile sviluppo drammaturgico e nella tessitura di trame e ordito. Da un materiale sulla carta così sdato emerge imprevedibilmente uno studio delle cose d’amore tra i più fini che si siano visti negli ultimi anni. Intermittenze del cuore e tormenti che nei momenti migliori fanno pensare, per la pratica del non detto e dell’allusione, al capolavorissimo In The Mood for Love. Se la prima parte coreana con Nora e Hae ragazzini sconta una qualche leziosità di troppo (ma rappresentare credibilmente i bambini, farli muovere e parlare sullo schermo è impresa complicata, si sa), è nella sua fase adulta che Past Lives si impenna e convince. Nora non può non voler bene all’amico ritrovato, diventato nel frattempo un giovane non solo attraente, ma anche di rara bontà e rettitudine. Che le si dichiara con rispetto, senza mai valicare i confini, attento a non fare precipitare Nora in una crisi rovinosa. Nora che si è trasformata in una sofisticata giovane donna newyorkese, un’intellettuale forse ormai inaccessibile per il bravo ragazzo venuto da Seul. Ma lei, che di Hae percepisce l’onestà, la non corruzione, ne resta comunque scossa e precipita in un limbo psichico, in una zona di sospensione aspettando di capire, di decidere. E, idea vincente del film, non nasconde quella possibile storia ritrovata al marito, scrittore ebreo newyorkese che sembra uscito da un copione di Woody Allen, anzi lo coinvolge nella sua tempesta emotiva. Oguno dei tre fa la sua parte, gioca le sue carte con garbo e civiltà, ognuno è consapevole della partita in corso, che inevitabilmente avrà dei vincenti e dei perdenti. Si resta incantatati da come Celine Song intreccia le traiettorie dei tre, da come scompone e ricompone le loro relazioni, di come ci lascia intravedere altre possibili vite. Applausi convinti alla fine della proiezione stampa e a questo punto se Past Lives vincesse qualcosa di importante non sarebbe, stavolta, una sorpresa.

 

Questa voce è stata pubblicata in al cinema, cinema, Container, Dai festival, festival, film, recensioni e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.