Classifica aggiornata alla mattina di mercoledì 24 maggio. Visti finora 15 dei 21 film del concorso (ci sarebbe anche Moretti, ma lo inserirò solo dopo la proiezione qui a Cannes. Dico subito che non sarà in una posizione elevata, anzi). Al primo posto si installa il davvero meraviglioso nuovo Kaurismaki cui tutti hanno voluto bene, che tutti ha messo d’accordo, stampa, pubblico, addetti ai lavori vari: lo metto al vertice di questa lista in coabitazione con l’altro bellissimo, Le erbe secche. Tra i due è lotta per la Palma (vedo favorito di qualche incollatura Kaurismaki e chi mai potrebbe protestare in caso di vittoria?), mentre la sorpresa potrebbe venire da Jonathan Glazer, dal purtroppo pessimo May December di Haynes (che mi pare però nelle corde del presidente di giuria Ruben Östlund) o, ancora, da Justine Triet che con Anatomie d’une chute ha realizzato un courtroom drama tesissimo in grado di oltrepassare le pure convenzioni del genere.
Non ho granché amato il film di Marco Bellocchio, per il quale il vergognoso rapimento del bambino ebreo Edgardo Mortara – anni 6 – nella Bologna ancora sotto Stato pontificio temo sia stato solo un pretesto per scatenarsi nella sua solita, stavolta anche più della solita, sarabanda anticattolica molto spinta sul grottesco. Quel Pio IX mostruoso, ghignante, satanico francamente non lo si può guardare, stabilendosi come l’apoteosi del mangiapretismo di Bellocchio: una costante del suo cinema, quasi un marchio di fabbrica, e avranno apprezzato gli antipapisti di tutto il mondo, soprattutto quelli della sfera anglofona sempe ghiotti di storiacce di vizi, corruzioni e abusi vaticani (veri o presunti che siano). Probabile che un premio se lo prenda, forse anche il massimo premio, essendo film da vasti e facili consensi anche nelle giurie.

Les Feuilles Mortes di Aki Kaurismaki
1 ex aequo) Kuolleet Lehdet (Les feuilles mortes) di Aki Kaurismaki. Voto 8 e mezzo
1 ex aequo) Les Herbes Sèches (Kuru Otlar Ustune – Le erbe secche) di Nuri Bilge Ceylan. Voto 8 e mezzo
3) The Zone of Interest di Jonathan Glazer. Voto 7+
4) Monster (Kaibutsu) di Kore-eda Hirozaku. Voto 7
5) Anatomie d’une chute (Anatomia di una caduta) di Justine Triet. Voto 7
6) Qing Chun (Jeunesse – Giovinezza) di Wang Bing. Voto 7
7) Club Zero di Jessica Hausner. Voto tra il 6 e il 7
8) Asteroid City di Wes Anderson. Voto 6 e mezzo
9) Le filles d’Olfa (Le figlie di Olfa) di Kaouther Ben Ania. Voto 6
10) Firebrand di Karim Aïnouz. Voto 6
11) Rapito di Marco Bellocchio. Voto 5+
12) Banel e Adama di Ramata-Toulay Sy. Voto 5
13) Le Retour (Il ritorno) di Catherine Corsini. Voto 5
14) May December di Todd Haynes. Voto 4 e mezzo
15) Black Flies di Jean-Stéphane Sauvare. Voto 4