La prima cosa bella, Iris, ore 21,15. Mercoledì 10 luglio 2019.
Ennesima replica tv di La prima cosa bella, film di qualche anno fa che molto è piaciuto (non a me però) e parecchi riconoscimenti ha procurato al suo regista Paolo Virzì e alla protagonista Micaela Ramazzotti. Prodotto in my opinion non malvagio e più che guardabile, però parecchio sopravvalutato. Un’operazione nostalgia sulla Livorno anni Settanta, rivisitata attraverso le memorie di un quarantenne disilluso trapiantato a Roma e costretto a tornare nella sua hometown per le gravi condizioni di salute della madre. Ripercorrerà tutti i fantasmi della sua storia familiare, governata e dominata da quella genitrice amorevole ma ingombrante fino all’asfissia ed eccessivamente anarchica e libera, una prsenza che gli ha segnato irrimediabilmente la vita. La prima cosa bella ha realizzato buonissimi incassi ed è stato anche scelto nel 2011 come candidato italiano all’Oscar: designazione suicida, nessuno da quelle parti conosceva Virzì ed era in grado di apprezzare un film così localistico. E difatti niente nomination. Ottimi Micaela Ramazzotti, una rivelazione, e Valerio Mastandrea quale loser sfigatissimo e pure tossico. La Sandrelli rifà un po’ se stessa un po’ il suo indimenticabile personaggio di Io la conoscevo bene. Rinfocolando l’eterno dibattito che l’accompagna da quando esordì in Divorzio all’italiana: ma sa recitare o no? La prima cosa bella è, ça va sans dire, il famoso hit di Nicola Di Bari: mamma e pargoli lo cantano insieme in più scene, ingenuo inno alla vita. Nota: anche il (bellissimo) film cileno No di Pablo Larrain, uscito due mesi fa nei cinema, porta come sottotitolo un’altra canzone di Nicola Di Bari, I giorni dell’arcobaleno). Son soddisfazioni, per il cantante pugliese.
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