Il fiore del mio segreto di Pedro Almódovar, Cielo, ore 21,15. Venerdì 17 marzo 2017.
- Almodovar sul set con Marisa Paredes
Uno degli Almodóvar meno visti, e dunque imperdibile per cinefili, filologi e amanti del suo cinema. Titolo del 1995, del periodo diciamo così di mezzo di Pedro Almodóvar, quello compreso tra i primi film turbolenti e spintissimi e quelli della fase matura, più mainstream e pacificata, di Tutto sua mia madre e seguenti. Con una scrittrice di romanzi rosa in crisi che non sopporta più quanto produce e arriva al punto di stroncare se stessa in un articolo (i suoi libri li firma con un nom de plume e nessuno ha mai scoperto la sua vera identità).
Forse è lo stesso Pedro a interrogarsi, in questo gioco tra lo schizofrenico e il pirandelliano, sul proprio cinema. Dunque film di passaggio, molto interessante, che allora non fu così bene accolto (la stella del regista non brillava più come ai tempi di Donne sull’orlo di una crisi di nervi) e che invece ex post si rivela fecondo e seminale. Leo, la protagonista, è pure in crisi con il marito Paco, ufficiale Nato di stanza a Bruxelles. Cercherà di ricomporre la propria vita a pezzi in un classicissimo ritorno alle radici e al passato, facendo visita alla madre in un paesino della Mancha (già, dove è nato lo stesso Almodóvar, a moltiplicare gli echi autobiografici di Il fiore del mio segreto) e alle care amiche di un tempo. Con una delle (non poche) attrici-feticcio di Pedro, Marisa Paredes e con Rossy De Palma. Occhio, c’è anche la star del pop-flamenco Joaquin Cortés, allora al vertice. Da recuperare.
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